INTRODUZIONE (AL BLOG)

QUESTO SPAZIO vuole essere un nodo interattivo di comunicazione-informazione-riflessione capace di dare una lettura originale e attuale a due dei pilastri attorno ai quali si è strutturata l'epoca moderna (e che una pretesa e/o malintesa "post-modernità" vorrebbe liquidare): ovverossia, il Carcere (momento della repressione/controllo/riproduzione) e la Fabbrica (momento della produzione).

La DOMANDA DI MASSIMA cui rispondere è relativa all'individuazione degli
spazi (ambiti/dimensioni/momenti/dislocazioni) e delle modalità (tecniche/dispositivi/strategie) di funzionamento del dispositivo Carcere-Fabbrica in un'epoca in cui se da un lato (ovvero, in superficie) la
Crisi sembra dissolvere e ri-mescolare tutta la serie di schematizzazioni cui eravamo abituati, dall'altro, appaiono altrettanti segni che sembrano riconfermare e riproporre (addirittura con più vigore di prima) l'attualità ed efficacia non solo di tali "campi" ma anche del loro intimo (strutturale+funzionale) nesso dialettico.
Anzi, andando più a fondo possiamo dire che è proprio la realtà presente (con le sue novità e la sua stringente attualità) che ci consente di vagliare e precisare meglio terminologie, categorie e schematizzazioni che, altrimenti, abbandonate alla loro interpretazione tradizionale, avrebbero effettivamente ben poco da raccontarci dell'oggi.

E NON E' ANCORA FINITA: infatti, la riflessione fin qui introdotta e relativa all'analisi critica delle
modalità di funzionamento (e di composizione) delle coppie dialettiche carcere-fabbrica (cioè, produzione-riproduzione), si apre (e ci porta dentro) a due ulteriori livelli, ancora una volta dicotomici.
Da un lato, infatti, si tratterà di inserire il tutto entro quella
cornice diacronica che, strutturandosi secondo la direttrice
Passato-Presente, ci consente di evidenziare Continuità e Discontinuità, Identità e Cambiamento, Regolarità e Eccezionalità; dall'altro, invece, si tratterà di spiegare il tutto alla luce della particolare matrice sincronica qui sviluppata e tendente ad individuare nel conflitto tra Capitale-Lavoro il suo calco originario (o elementare) e in quello tra Dominanti-Dominati (o subalterni) la sua plastica manifestazione sociale.

In questa maniera, pertanto, accade pure che l'iniziale e provvisoria (sia pur necessaria) analisi empirica e sociologica si compia (e/o si completi) nei termini di
Filosofia della storia (da cui: "Storio-logia") nonchè di Scienza della politica (da cui: "Teoria dei rapporti di forza").


MA ALLORA, introduciamo un elemento (obiettivo) ulteriore: se da un lato è l'insegnamento gramsciano (la gramsciana "
Filosofia della prassi") che sorregge l'impianto interpretativo fondamentale di queste pagine, dall'altro, è anche vero che è attraverso queste analisi e riflessioni che vogliamo verificare la legittimità e l'attualità dell'insegnamento gramsciano.
Analogamente, se l'impianto gramsciano è il riferimento di queste pagine, ecco che si potrà rileggere e declinare la coppia capitale-lavoro in quella società-stato (ovvero, società civile e società politica) finendo per rideterminare l'annosa questione del rapporto tra struttura-sovrastruttura.


Inizieremo questo percorso utilizzando, come oggetti privilegiati (d'analisi e di lavoro), due situazioni concrete entro cui - chi scrive - è attualmente inserito: da un lato (il cosiddetto lato teorico), la partecipazione al Master di Padova in "Sociologia della prevenzione e sicurezza sociale"; dall'altro (il cosiddetto lato pratico), la partecipazione alla progettazione e implementazione di un Centro di ascolto presso il carcere di Montorio (Verona).
Se ne mostreranno le vicissitudini, cercando soprattutto di coglierne e sottolinearne i principali nodi problematici: questi "nodi" verranno - di volta in volta - sottoposti ad esame critico al fine di trovarne le possibili soluzioni ("tecniche") o - in caso contrario- di riconoscerne la natura conflittuale (e, quindi, inevitabilmente "politica").
Ecco allora che il dissidio tra
Tecnica e Politica (da cui quello tra: "ingegneria sociale" e "conflitto di valori") viene ad emergere quale ulteriore banco di prova sia della teoria che della prassi finendo per assestarsi, gramscianamente, come "tecnica+politica".




Quanto a modalità di definizione del "racconto" svilupperemo qui di seguito una serie di riflessioni aventi all'inizio un carattere inevitabilmente frammentario: speriamo di fare meglio via via che il filo si dipana....